
Nell’anno dell’anniversario del debutto del calciatore al Napoli, andiamo a conoscere la storia dei più famosi murales dedicati a Maradona, oggi divenuti una delle principali attrazioni della città.
Poche cose raccontano l’anima unica dei napoletani come le incredibili storie di devozione legate ai suoi “santi”, da San Gennaro, il cui tesoro è l’unico “regale” di proprietà di un popolo, a Diego Armando Maradona.
Fede, genio, devozione, religiosità, spettacolarità, sono caratteristiche che accomunano Napoli e il grande calciatore argentino, ragione per cui la loro storia d’amore sembra davvero destinata a rimanere eterna.
Ho fatto gol con la mia testa e con la mano di Dio.
(Diego Armando Maradona)
Maradona fu presentato al Napoli il 5 luglio del 1984 e qui giocò sette anni indimenticabili con cui vinse tantissimo, tra cui 2 scudetti, nel 1987 e nel 1990, creando un indissolubile rapporto con la tifoseria e la città intera.
Oggi, 30 anni dopo, il suo culto e l’amore dei napoletani sono rimasti immutati e a testimoniarlo ci pensano le decine di opere di street art disseminate in tutta la città che lo celebrano come una divinità.
La più famosa è il murale realizzato nel cuore dei Quartieri Spagnoli da Mario Filardi nel 1990, purtroppo prematuramente scomparso nel 2010, in un palazzo affacciato su uno spazio un tempo adibito a parcheggio e che oggi è intitolato Largo Maradona in omaggio al Pibe de oro.
Un luogo che ha assunto negli anni un’aurea magica, arricchendosi di una sorta di altare, dedicato al giocatore, dove tifosi e turisti si avvicendano senza sosta per scattarsi una foto, e tanti stand che vendono memorabilia e gadget.
L’opera ed in particolare il volto di Maradona, “sparito” a causa della finestra nata “a sorpresa” sopra il murale alla fine degli anni ‘90, è stato restaurato nel 2016 da Salvatore Iodice in maniera conservativa con la promessa dell’attuale proprietario della casa, ovviamente fan di Maradona, di non aprirla più per non rovinare il volto del giocatore.
Nel 2017 fu chiesto all’artista argentino Francisco Bosoletti, che era ospite nei Quartieri Spagnoli, di “abbellire” ulteriormente il volto di Maradona e suo è anche il meraviglioso murale “Iside Velata” situato in un edificio vicino che omaggia la dea della Sapienza.
Un altro quartiere dove si possono vedere tantissimi murales dedicati a Maradona è Rione Sanità, oggi uno dei più vibranti culturalmente di Napoli, tra cui quello bellissimo del writer Raffo Art dipinto nel 2020 nell’anno della scomparsa del calciatore.
Oltra ai murales, ci sono altri due luoghi dove la sacralità di Maradona giunge a noi con tutta la sua forza. E’ la popolarissima via di San Gregorio Armeno, detta anche la “via dei Presepi”, ricca di atelier e botteghe che creano a mano le celebri statuine da presepe, tra cui fanno capolino tante versioni del calciatore argentino, persino vestito da Babbo Natale.
Da ultimo, non si può non fare una pausa nella storica pizzeria Da Michele in Via Cesare Sersale che ha dedicato un tavolo a Maradona, dove pare fosse solito sedersi, con tanto di targa e articoli di giornale commemorativi appesi alla parete.
D’altro canto “a Napoli tutto è poesia”, anche o soprattutto nel calcio, e se Maradona voleva “diventare l’idolo dei ragazzi poveri di Napoli, perché loro sono come ero io a Buenos Aires”, quella che si respira di fronte al suo murale ai Quartieri Latini è pura magia.
Il segreto
Il murale del 1990 era molto diverso da quello odierno, con un volto più “fumettistico”, e non era dipinto sopra nessuna finestra. Quest’ultima, infatti, spuntò a sorpresa sul muro nel 1998.