Arte&Stile

Napoli

Cosa vedere in un weekend

di Lavinia Colonna Preti

Napoli è il paradiso degli assoluti, delle grandi fedi e passioni, dove ogni cosa diventa un’arte: vanta la metropolitana più bella al mondo, il tesoro più prezioso, ha dato vita alla pizza Margherita, vi si trova il più grande parco urbano ed è la città con più teatri d’Italia. Andiamo alla scoperta di un itinerario di tre giorni per cogliere le mille anime del suo meraviglioso popolo.

Per comprendere tutta la magia di Napoli, sacra e profana, si deve partire dal suo santo protettore, San Gennaro, e quindi dal suo tesoro, il più antico e prezioso al mondo, che è conservato e visitabile all’interno del Duomo della città, cuore del suo centro storico.

Un tesoro rimasto intatto dal 1305 ad oggi (d’altro canto persino Napoleone non ha avuto coraggio di “depredarlo” e, al contrario, suggerì al fratello Giuseppe, giunto a Napoli nel 1806 per diventarne sovrano, di offrirgli in dono una croce di diamanti e smeraldi) che custodisce oltre 20.000 oggetti rari, tra gioielli, ori, argenti, quadri e tessuti, donati come omaggio o ex voto al Santo.

Napoli è troppo speciale, quindi non la possono capire tutti.

(Marcello Mastroianni)

Da qui, dopo aver toccato il “sacro”, si può proseguire la passeggiata alla volta del “profano”. Nel cuore greco di Napoli si trova, infatti, una delle sue vie più caratteristiche, Via San Gregorio Armeno, conosciuta in tutto il mondo per le bancarelle e botteghe artigiane di presepi napoletani, amuleti portafortuna, e statuine fatte a mano di qualsiasi personaggio degno di devozione, dal Papa a Berlusconi, sino ai bomber del Napoli.

Fedeli al detto di Eduardo De Filippo che “esser superstiziosi è da ignoranti, ma non esserlo porta male”, qui ci si deve far regalare un cornetto, magari nell’atelier di Bobò gioielli situato in Via San Biagio dei Librai, una perpendicolare di Via San Gregorio Armeno, ricordandosi di fare il rito di attivazione affinché “porti buono”.

Poco distante, si può visitare il Museo Filangeri, uno dei tesori culturali della città, fondato nel 1882 da Gaetano Filangieri Principe di Satriano che ha sede nel quattrocentesco Palazzo Como, rara testimonianza a Napoli di architettura rinascimentale, che ospita tutte le sue collezioni d’arte, tra cui preziose porcellane, e l’importante biblioteca, una delle più belle in assoluto.

Il Museo Filangieri è unico al mondo, anche solo per il fatto che nel 1881-82 fu smontato pezzo per pezzo e poi ricostruito per allinearlo alla nuova linea di strada disegnata per via Duomo durante il Risanamento. Solo a Napoli!
A pochi minuti, troviamo una leggenda della pizza partenopea, la storica Pizzeria da Michele, dove non si può prenotare e fa parte dell’esperienza prendere il numerino e aspettare il proprio turno intrattenuti dal folklore locale e dalla simpatia del personale.

Distante circa 10 minuti a piedi, si può quindi raggiungere il quartiere più vibrante di Napoli, Rione Sanità, che deve la sua recente rinascita grazie alla forza dell’arte e della cultura che hanno catalizzato e riportato alla luce tutta la sua bellezza che dormiva sopita da secoli, in attesa solo di essere riscoperta e valorizzata.

Ne è simbolo Via dei Cristallini, un tempo la strada che portava i regnanti con le loro carrozze alla residenza di Capodimonte e pertanto costellata da splendidi palazzi e importanti botteghe artigiane che li servivano, come quelli di cristalli da cui prende il nome.

Qui si trovano, quasi una di fronte all’altra, le 2 maison d’art più belle di Napoli, dove suggeriamo di soggiornare: Casa D’Anna ai Cristallini e Atelier Inès Art&Suites.

Se la prima è la raffinata dimora ottocentesca, con 5 camere d’autore, di un viaggiatore del Grand Tour curata dalla sua padrona di casa Alessandra Calise Martuscelli, la seconda è l’incredibile atelier con 9 stanze creato dell’artista tunisina Inès Sellami e dell’artista napoletano Vincenzo Oste che porta avanti la tradizione artigianale di mobili, oggetti e gioielli in metallo dell’altrettanto celebre padre Annibale. Due imprescindibili porte d’arte alla scoperta della Napoli più colta.

Proprio sotto i palazzi che le ospitano, si dipana la parte più nobile della affascinante “Napoli sotterranea”, rimasta miracolosamente intatta grazie alle colate di fango e detriti scese dalla vicina collina, prima delle successive bonifiche, che ne hanno preservato i resti. Qui, si può visitare il suggestivo Ipogeo dei Cristallini che custodisce la tomba greca affrescata meglio conservata al mondo e, poco distante, la famosa Chiesa Blu con le sue originali installazioni colorate.

Rione Sanità offre anche molto dal punto di vista enogastronomico con una delle migliori pizzerie di Napoli, Concettina ai Tre Santi, il bistrot chantant Cristallini 78 Da Pasquale dove gustare la cucina della tradizione allietati dal bel canto, se siete fortunati, del suo titolare Pasquale, e la Pasticceria Poppella, dove assaggiare il goloso “fiocco di neve”.

Il secondo giorno si cambia zona e ci si sposta verso il quartiere di Chiaia dove si può alloggiare all’hotel più antico di Napoli, il Grand Hotel Parker’s, che nasce dal sogno di perfetta ospitalità di un gentleman inglese, George Parker Bidder III, e continua oggi con quello della famiglia Avallone che lo ha reso una meta imprescindibile del moderno Grand Tour in Italia.

Il Parker’s conta anche la terrazza più bella di Napoli, con le sue 7 Muse, imponenti statue classiche che incorniciano il mare, opera della rinomata Fonderia Chiurazzi su copia di opere elleniche originali, e il raffinato Ristorante George, il primo due stelle Michelin della città.

La vicina fermata Chiaia (Linea 6 con treni sino alle 15 circa) insieme alla Toledo (Linea 1 con treni sino alle 23 circa) formano a tutti gli effetti la metropolitana più bella del mondo, progettate rispettivamente dall’architetto napoletano Uberto Siola, con gli interventi artistici di Peter Greenaway, e da Oscar Tusquets Blanca, con il suo iconico “cratere di luce” in mosaico Bisazza.

La sera, si può fare una passeggiata a Chiaia, dove si concentrano tanti localini e wine bar, e fermarsi a cena all’Antica Pizzeria Chiaia, arredata come la casa di una nonna napoletana degli anni ’50, oppure alla Salumeria Contavoli, per del buon vino, salumi e bruschette tipiche.

Se il tempo è bello, si può anche prendere un taxi e raggiungere il quartiere di Posillipo, dove si può prenotare da Cicciotto a Marechiaro dal 1942. Ristorante affacciato sulle sponde della baia di Marechiaro, è uno dei posti più romantici della Campania, dove guardare la luna che si specchia sul mare del celebre borgo marinaro gustando una cucina di pesce che dal 1942 si distingue per la sua qualità e splendida accoglienza.

Non possiamo che concludere la nostra giornata insieme al “patrono ad honorem” della città, Maradona, a cui è dedicato il famoso murale realizzato nel cuore dei Quartieri Spagnoli da Mario Filardi nel 1990 e restaurato nel 2017 dall’artista argentino Francisco Bosoletti che ha realizzato anche la vicina opera Iside Velata che omaggia la dea della Sapienza.

Fede, genio, devozione, religiosità, spettacolarità, sono caratteristiche che accomunano Napoli e il grande calciatore argentino, ragione per cui la loro storia d’amore sembra davvero destinata a rimanere eterna. Per mangiare in zona, si può prenotare in due luoghi di cucina tipica napoletana: Osteria della Mattonella, nel cuore dei Quartieri Spagnoli, oppure da Brigida, vicino a Castel Nuovo, la casa trattoria di Gianluca Amoroso.

Da qui, passeggiando lungo la centrale Via Toledo, si può fare shopping in una delle botteghe più incredibili di Napoli, Mario Talarico since 1860, che crea gli ombrelli più famosi d’Italia, un tempo fornitore ufficiale del Regno di Borbone delle due Sicilie e del Principe Antonio De Curtis, in arte Totò, oggi scelto dalla Casa Reale inglese e dai dandy di tutto il mondo.

Sempre in Via Toledo, all’interno del museo Gallerie d’Italia di Intesa San Paolo si trova uno degli indirizzi gourmand migliori della città: il ristorante 177Toledo con il cocktail bar Anthill, dove si può toccare con mano e “al palato” uno dei più bei tesori di Napoli: la sua splendida ironia che non risparmia niente e nessuno, grande maestra di vita nell’insegnarci a non prendere nulla troppo sul serio.

Qui lo chef Giuseppe Ianotti, già due stelle Michelin con Krèsio, mette in scena il meglio della tradizione napoletana con una cucina creativa che ci riporta ai sapori golosi partenopei con grande raffinatezza e ironici coup de théâtre che vi faranno divertire tantissimo. Dalla carta del bere del cocktail bar stampata come un bugiardino all’interno di una confezione di finti medicinali al menù del ristorante ispirato alla smorfia napoletana.

177Toledo è perfetto per finire il weekend in bellezza, coccolati dallo straordinario personale di sala, certi che Napoli vi avrà fatto bene all’anima perché qui ogni cosa “storta va e deritta vene”, sempre.

Il segreto

Tra i tanti primati di Napoli, c’è anche quello della stazione ferroviaria più antica d’Italia in cui sono da poco iniziati i lavori per il suo ripristino e recupero.

Napoli: cosa vedere in un weekend
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