Arte&Stile

Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)

di Lavinia Colonna Preti

Nel cuore di Napoli, la cappella privata voluta da Raimondo di Sangro principe di Sansevero unisce genio barocco, esoterismo, scienza e custodisce uno dei più grandi capolavori della scultura di tutti i tempi: il Cristo Velato.

Raimondo di Sangro principe di Sansevero fu uno dei più importanti esponenti del Settecento europeo, valoroso uomo d’armi, letterato, editore, primo Gran Maestro della Massoneria napoletana, prolifico inventore e intraprendente mecenate.

La sua opera è tutt’ora avvolta nel mistero e nella leggenda, soprattutto in virtù delle sperimentazioni nei più disparati campi delle scienze e delle arti che praticava nei laboratori sotterranei del suo palazzo, in largo San Domenico Maggiore, talmente famoso all’epoca da essere tappa indispensabile del Grand Tour.

Primeggia per un ingegno singolare, meraviglioso, si direbbe prodigioso.

(Censura della Congregazione dell’Indice dei libri proibiti a Il Conte di Gabalì e alla Lettera Apologetica, 1752)

Il principe sperimentò farmaci, riuscendo a salvare da “morte inevitabile” importanti persone del tempo, imparò a contraffare pietre preziose e a dipingere il marmo, riprodusse un composto simile al sangue di San Gennaro, progettò nuove armi e carrozze marine ma, come da suo volere, tutte le sue invenzioni “scomparvero” con lui.

Il suo mausoleo, la cappella di famiglia che a partire dagli anni ’40 del ’700 Raimondo di Sangro riorganizzò per dare vita ad un tempio iniziatico, è oggi l’enigmatico testamento della poliedrica personalità del suo geniale ideatore.

Un luogo ricco di simbolismi, all’interno del quale le rappresentazioni delle Virtù vogliono rappresentare le tappe di un cammino spirituale, paragonabile a quello dell’iniziato massone, che conduca a una migliore conoscenza e al perfezionamento di sé.

Tra queste, spicca il monumento dedicato alla memoria della madre, Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, una statua di donna, detta “la Pudicizia”, coperta da un velo come allegoria della Sapienza, un diretto riferimento alla velata Iside, dea prediletta dalla scienza iniziatica (si dice che la statua sia posta nel medesimo luogo in cui si ergeva quella di Iside nella Neapolis greca, all’interno del tempio a lei dedicato).

Anche il Cristo Velato doveva essere commissionato dall’autore della Pudicizia, Antonio Corradini, ma egli morì prima di poterlo completare. Fu così che Raimondo di Sangro incaricò un giovane artista napoletano, Giuseppe Sanmartino, di realizzare “una statua di marmo scolpita a grandezza naturale, rappresentante Nostro Signore Gesù Cristo morto, coperto da un sudario trasparente realizzato dallo stesso blocco della statua”.

Capolavoro di scultura, fin dal ’700 viaggiatori più o meno illustri sono venuti a contemplare questo miracolo dell’arte, come Antonio Canova, che durante il suo soggiorno napoletano provò ad acquistarlo e si tramanda dichiarasse in seguito che avrebbe dato dieci anni di vita pur di essere lo scultore di questo marmo incomparabile.

La visita prosegue poi nella Cavea sotterranea della Cappella Sansevero dove sono conservate, all’interno di due bacheche, le famose Macchine anatomiche, o Studi anatomici, ossia gli scheletri di un uomo e di una donna in posizione eretta, con il sistema arterovenoso quasi perfettamente integro, realizzate dal medico palermitano Giuseppe Salerno.

Varie leggende avvolgono la genesi di queste opere, ma sicuramente l’accuratezza del sistema venoso testimonia la grande conoscenza scientifica a cui era giunto il principe di Sansevero con i suoi studi.

Opere con cui puntava a scoprire i segreti dell’immortalità dell’anima, anelando a quella del corpo, certo che con il suo lascito artistico della Cappella avesse almeno potuto dimostrare compiutamente l’immortalità della Bellezza, intesa come armonia di virtù.

Ph. Credits: by Marco Ghidelli e by Raffaele Aquilante e Alessandro Scarano per 327Collective © Archivio Museo Cappella Sansevero

Il segreto

Nel Museo dell’Archivio Storico del Banco di Napoli si trova una sezione dedicata al Principe di Sansevero. Proprio in un documento conservato presso l’Archivio viene, infatti, riportato l’importo del lavoro commissionato a Giuseppe Sanmartino, la ragguardevole somma di 500 ducati, mentre in un altro viene data conferma scritta, per mano dello stesso Principe, che anche il velo che ricopre il Cristo fu “realizzato dallo stesso blocco della statua”.

Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)
Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)
Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)
Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)
Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)
Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)
Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)
Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)
Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)
Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)
Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)
Il Cristo Velato e la Cappella Sansevero (NA)

Info utili

Cappella Sansevero
Via Francesco De Sanctis 19/21
80134 Napoli
Tel. +39 081 5524936

Ingresso: ordinario 10 euro, ridotto 7 euro

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