Arte&Stile

Capri

Una guida “culturale” ai suoi luoghi più belli

di Lavinia Colonna Preti

Da Augusto a Tiberio, da Lenin a Neruda, dalla contessa Casati a Scott Fitzgerald sono tanti i personaggi celebri che hanno vissuto a Capri, lasciando un’incredibile eredità culturale. Andiamo alla scoperta di un itinerario tra i suoi musei, ristoranti e luoghi più belli, custodi dell’anima artistica dell’isola.

Capri, “regina di roccia”, come la chiamò nei suoi celebri versi Pablo Neruda, forte di una bellezza difficile da conquistare che la rende impossibile da dimenticare. Eppure proprio la sua bellezza e mondanità rischiano di offuscare il grande impatto sociale che ha avuto sulla storia europea e i musei straordinari che offre.

Andiamo, quindi, alla scoperta del suo lato culturale, profondo e vivido come il suo mare e le sue scogliere, davvero sorprendente per una minuscola isola di soli 10 km quadrati.

Si può dire che non vi sia luogo dell’isola, dalla via Krupp alla Villa San Michele, che non sia legato al nome di un illustre personaggio. (Raffaele La Capria)

La nostra guida culturale di Capri inizia dal suo museo di più recente costituzione: la Certosa di San Giacomo, la costruzione più antica dell’isola che fu convento, prigione, liceo, sino a diventare un polo espositivo nel 2024 che ospita il Museo Archeologico di Capri e il Museo Diefenbach.

Qui, è in corso la mostra “L’Isola dei Cesari. Capri da Augusto a Tiberio”, che espone 120 reperti di epoca romana, tra cui le sculture ritrovate nella Grotta Azzurra e preziosi argenti da tavola che testimoniano il lusso delle ville imperiali.

E’ proprio in questa epoca che inizia la grandezza di Capri, scelta da Augusto e Tiberio come “buen ritiro”, grazie ai quali diviene cuore pulsante dell’impero dove accoglievano ambascerie e ospitavano personaggi di rilievo, vista anche la collocazione dell’isola all’imboccatura meridionale del golfo di Napoli che la rende un punto obbligato nelle direttrici del traffico marittimo mediterraneo.

Dalla Certosa, si può fare una passeggiata sino ai Giardini di Augusto, meravigliose terrazze fiorite con vista sui Faraglioni di Capri creati agli inizi del XX secolo dall’industriale Friederich Alfred Krupp che si era innamorato dell’isola (nel dopoguerra i giardini furono rinominati dall’amministrazione comunale in onore dell’imperatore romano). Qui si possono ancora ammirare i due scenografici leoni di marmo voluti da Krupp per la sua villa (che poi non costruì) e un curioso monumento in onore di Vladimir Lenin che qui trascorse un lungo periodo nel 1908 ospite dello scrittore russo Maksim Gor’kij.

Lenin è solo uno dei personaggi illustri che vissero a Capri agli inizi del ‘900, quando, nel periodo della Belle Époque, dopo aver sofferto per anni di invasioni piratesche ed intrighi ecclesiastici, divenne una delle mete preferite in Europa di intellettuali e artisti.

Dopo aver visto la targa della casa nel centro di Capri dove visse Lenin, si può prenotare da Luce (aperto solo per cena), ottimo ristorante che ha debuttato nell’isola nel 2025, da Aurora, da 120 anni punto di riferimento della sua Dolce Vita e di tutte le celebrities internazionali che la frequentano, o, da Concettina ai Tre Santi, la celebre pizzeria di Rione Sanità di Napoli, altra apertura del 2025, oltre, ovviamente, a concedersi un caffè o una colazione nella leggendaria Piazzetta a Il Piccolo, uno dei suoi “salotti” più amati da cui gustarsi la “vista” sulla vita sociale dell’isola.

Il nostro itinerario prosegue, circa 30 minuti a piedi dal centro (Capri è quasi tutta pedonale, al contrario di Anacapri che si può raggiungere con uno dei tradizionali taxi cabrio con le tendaline vintage), verso Villa Lysis, costruita nel 1904 dal barone Jacques d’Adelswärd-Fersen che aveva scelto Capri come sua dimora e dove soleva invitare ospiti illustri attirati dalle sue feste e stile di vita votati al bello e al divertimento.

La villa, costruita dall’architetto Édouard Chimot, celebre soprattutto come illustratore e pittore, incarna tutto ciò che piaceva al suo proprietario: ispirazioni classiche come le colonne ioniche e i mosaici dorati, le decorazioni Liberty, e accenni orientali, come nel fumoir, la cosiddetta “Stanza dell’Oppio”.

Da Villa Lysis, si può visitare l’Arco Naturale, una scultura paleolitica, ciò che resta di una profonda e altissima cavità in origine sotterranea e, dopo una frana, divenuta scoperta. A pochi minuti a piedi, si può prenotare un tavolo vista mare a Le Grottelle, uno dei pochi ristoranti di Capri ancora squisitamente autentici, che nasce in antiche grotte scavate nella roccia come punto di ristoro, ancora oggi gestito dalla straordinaria famiglia Vuotto.

Tornati in Piazzetta, prendendo un taxi, ci aspetta una visita a Villa San Michele ad Anacapri, altra meravigliosa dimora nata dall’amore per Capri e frutto di un grande sogno.

La Villa fu costruita dal medico e scrittore svedese Axel Munthe – dottore personale della regina Vittoria di Svezia – a partire dal 1895, sui resti di un’antica cappella del X secolo dedicata a San Michele, e divenne l’espressione del suo ideale di casa e tempio greco, di cui è simbolo la curiosa sfinge (pare proveniente da un tempio di Iside di Benevento) che guarda il mare.

Villa San Michele, come fortemente voluto dalla sua soprintendente e console onorario di Svezia nell’isola azzurra, Kristina Kappelin, è anche un importante centro di divulgazione della storia di Capri e delle personalità che l’hanno resa famosa.

Qui è, infatti, allestita una mostra, la prima permanente al mondo, dedicata alla marchesa Luisa Casati che visse a Villa San Michele per lunghi periodi, una delle prime socialite, it girls, oggi si direbbe art influencer e domani chissà, della storia, celebre per essere stata ritratta da tutti i grandi artisti dell’epoca, da Giovanni Boldini a Man Ray.

A Villa San Michele si può anche fare una pausa, pranzo o aperitivo al suo bellissimo Billy’s Bar, dedicato al nome della scimmietta amante del vino di Axel Munthe, da cui si gode di una meravigliosa vista sul mare.

Per cena (andando in taxi o, per i più allenati, scendendo i 921 gradini della Scala Fenicia, capolavoro greco), il must è Da Paolino, una vera e propria istituzione ad Anacapri nato come osteria e campo da bocce negli anni ’30, poi divenuto il primo ristorante rinomato fuori dal centro storico, che Paolino ha avuto l’intuizione di adornare con centinaia di limoneti e tavoli ricavati da macchine da cucire Singer negli anni ’80.

E per dormire, due indirizzi nel centro dell’isola: La Minerva, tipica ed elegantissima casa caprese della famiglia Esposito-Cannavale, e il Tiberio Palace, 5 stelle lusso nato come hotel già nel 1917, celebre per la sua Bellevue Suite, una delle più belle della Costiera e l’unica a Capri dotata di area fitness, sala da pranzo all’aperto e piscina riscaldata, per un totale di 250 mq.

E prima di lasciare Capri, non si può non prenotare un pranzo a La Fontelina, dal 1949 lo stabilimento balneare, con vista sui Faraglioni, che rappresenta l’immaginario iconografico dell’isola nel mondo, un “museo” a cielo aperto della sua Dolce Vita, passata, presente e futura.

Capri, una guida “culturale” ai suoi luoghi più belli
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